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"Menù: bambino bollito" di Piero Welby Stampa E-mail

Menu: bambino bollito

La cultura dominante considera la "qualità della vita" come valore primo e assoluto e la interpreta prevalentemente o esclusivamente in termini di efficienza economica, di godibilità consumistica, di bellezza e di vivibilità della vita fisica, separata dalle dimensioni relazionali, spirituali e religiose dell'esistenza». (Conferenza Episcopale Italiana, Evangelizzazione e cultura della vita umana)

Penso che tutti i partiti siano d'accordo sul fatto che tutti questi bambini, in quantità enorme, che si vedono in braccio o sulla schiena o alle calcagna della madre e spesso del padre, costituiscano un serio motivo di lamentela, in aggiunta a tanti altri, nelle attuali deplorevoli condizioni di questo Regno; e, quindi, chiunque sapesse trovare un metodo onesto, facile e poco costoso, atto a rendere questi bambini parte sana ed utile della comunità, acquisterebbe tali meriti presso l'intera società, che gli verrebbe innalzato un monumento come salvatore del paese. Ed ecco la domanda: come è possibile allevare questa moltitudine di bambini, e provvedere loro? Come abbiamo già visto, nella situazione attuale questo è assolutamente impossibile, usando tutti i metodi finora proposti. Io quindi presenterò ora, umilmente, le mie proposte che, voglio sperare, non solleveranno la minima obiezione. Un uomo molto istruito, mi ha assicurato che un infante sano e ben allattato all'età di un anno è il cibo più delizioso, sano e nutriente che si possa trovare, sia in umido, sia arrosto, al forno o lessato; ed io non dubito che possa fare lo stesso ottimo servizio in fricassea o al ragù. Un bambino renderà due piatti per un ricevimento di amici; quando la famiglia pranzerà da sola, il quarto anteriore o posteriore sarà un piatto di ragionevoli dimensioni e, stagionato, con un po' di pepe e sale, sarà ottimo bollito al quarto giorno, specialmente d'inverno.
Molti avranno riconosciuto, in questo brano, A modest proposal di Jonathan Swift. La "proposta" era la seguente: per far fronte alla dilagante povertà della popolazione irlandese e al rapido incremento del numero dei poveri, veniva consigliato di usare come cibo i bambini al di sotto di un anno di età.
Tutti voi avrete provato un moto di ribellione e disgusto per il cinismo ostentato dal massimo scrittore inglese del tempo, pochi avranno riflettuto sulla critica che Swift rivolge ai valori della religione, della politica e della cultura.
Pio XI, nella Casti connubii, scrive che, «poiché l'atto del coniuge è, di sua propria natura, diretto alla generazione della prole, coloro che nell'usarne lo rendono studiosamente incapace di questa conseguenza, operano contro natura, compiendo un'azione turpe e intrinsecamente disonesta». Infatti, ribadisce il pontefice, i singoli uomini non hanno altro dominio sulle membra del proprio corpo, se non quello che spetta al loro fine naturale (quam qui ad eorum naturales finis pertineat).
Analogamente, rivendicando l'esistenza di un preciso ordo creationis matrimoniale, Paolo VI, nella Humanae vitae, afferma che gli sposi, nel trasmettere la vita, «non sono [...] liberi di procedere a proprio arbitrio [...] ma devono conformare il loro agire all'intenzione creatrice di Dio, espressa nella stessa natura del matrimonio e dei suoi atti». Commentando l'enciclica del suo predecessore, Giovanni Paolo II dichiara a sua volta che «per legge naturale intendiamo qui l'ordine della natura nel campo della procreazione, in quanto esso è compreso dalla retta ragione: tale ordine è l'espressione del piano del Creatore sull'uomo».
Ebbene, il frutto avvelenato di queste modeste proposte Vaticane è, secondo i dati diffusi dalla FAO, la morte di un bambino ogni otto secondi. Io credo che il cinismo dell’intransigenza vaticana nei confronti della contraccezione, superi il cinismo ironico di Swift.

Il Calibano

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