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Un'etica per il terzo millennio Stampa E-mail
Il brano che segue è stato inviato da Piergiorgio Welby ad Alberto Licheri il 29/03/2006
           
Ernst Mayr
Un'etica per il terzo millennio
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L'etica umana, a mio parere, consiste di due aspetti, ha due radici: una, naturalmente deriva direttamente dalla nostra origine animale: per esempio l'amore di una madre per il figlio è qualcosa di non acquisito - è qualcosa che è presente in tutte le madri - e questo tipo di etica innata è importante, ma probabilmente è una componente minima del nostro comportamento morale.
C'é un altra etica: quella appresa, l'etica acquisita durante l'infanzia e la crescita a contatto con gli amici e gli insegnanti e così via. Essa varia da una cultura all'altra. In alcune culture, per esempio, i maschi trattano le femmine in maniera terribile. Noi diremmo che trattano le loro mogli, le loro femmine in un modo privo di qualsiasi etica.
Ogni cultura ha la propria etica. Alcune culture hanno un'etica molto valida, molto sana e queste culture sopravvivono a lungo, altre invece hanno un'etica malsana e prima o poi colano a picco. Secondo me la cosa importante è adoperarsi per un'etica che sia sana per l'intera comunità umana e penso che in questo momento abbiamo qualche difficoltà a conseguirla.
Per esempio, su cosa si basa l'etica cristiana? Fu formulata, in un certo senso, dai pastori, dalle comunità di allevatori del Medio Oriente che non vivevano in grandi città e ignoravano del tutto la cultura di massa, la tecnologia e tutte queste cose simili. A mio avviso, un'applicazione troppo ristretta dei principii di quella particolare cultura alla società moderna è controproducente e ci porterà al disastro.
Penso che dobbiamo formulare dei nuovi principii etici, e diverse persone lo hanno già fatto ma trovano ancora molta resistenza. Per esempio, il più grande problema, la più grande sfida del genere umano - e nessuno si trova in linea di principio in disaccordo a questo proposito - è la sovrappopolazione. Perciò dobbiamo formulare un'etica che prevenga questa sovrappopolazione. E se, per esempio, alcuni leader religiosi o filosofi negano questo fatto e incoraggiano le donne ad avere quanti più figli possibile, questo, secondo me, è un crimine ai danni dell'umanità e dimostra che queste persone non hanno un'etica reale, perché non hanno riflettuto a fondo su quello che succede agli altri e al genere umano nel suo insieme.
La sovrappopolazione causa morte e sofferenza a milioni di persone ogni anno. Perciò coloro che incoraggiano la sovrappopolazione sono responsabili in prima persona di questa sofferenza e di queste morti. Ricordo di aver detto queste cose molti anni fa e sono ancora convinto che siano vere.

Tratto dall'intervista Filosofia ed evoluzione, Cambridge - Harvard University, 2 giugno 1992
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