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I nostri 3154 secondi Stampa E-mail

I nostri 3154 secondi

A volte sembrano mancare dei riferimenti temporali quantitativi, nei quesiti che ci poniamo circa la consistenza delle risorse naturali che entrano nel metabolismo socio-economico. Spesso, in un atteggiamento che più che scettico appare nichilista, ci si trova ad essere sommersi dall’immane problema del futuro di questa debordante umanità, rifugiandoci nella pur sempre consolante idea dell’apocalisse finale che può essere la naturale estinzione della specie (le specie di mammiferi durano in media 1 milione di anni), la fine del sistema solare fra ancora 5 miliardi di anni o, perfino, ancora più in la nel tempo, la fine dell’Universo attuale per morte termica o in un pirotecnico big crunch, istante di un nuovo inizio, un nuovo big bang, forse con nuove leggi. E c'è anche chi, fra coloro che vedono con sospetto gli avvertimenti sulla crisi ecologica, considerandoli manifestazioni del solito millenarismo ricorrente, fa uso degli stessi argomenti come mezzo per ridurre (e spesso ridicolizzare) l'impatto che l'idea del possibile collasso della nostra società ha, confrontandolo con catastrofi certe, ancorché lontane nel tempo. Allontanare la propria vista dal vicino e dal presente fa sempre bene, ma non si può farlo senza cognizione delle distanze spaziali e temporali che sono in gioco. La famosa battuta di John Maynard Keynes: “nel lungo periodo saremo tutti morti”, citata a sproposito, non può essere utilizzata ad libitum per giustificare il procedere cieco delle cosidettte forze e istituzioni economiche, con la scusa che fra un milione di anni non ci sarà più alcun metabolismo socio-economico umano o che fra 5 miliardi di anni non ci sarà neppure più un sistema solare e quindi il pianeta Terra. La realtà che cerchiamo di mettere in luce è che parlando di esplosione demografica umana, di esaurimento delle risorse minerali, ad esempio, ma anche di quelle idriche, dei terreni fertili, di riduzione della biodiversità, di cambiamenti climatici, di saturazione degli ecosistemi con gli inquinanti, le scale temporali sono totalmente diverse di quelle implicate nei tempi dei grandi eventi geologici o astronomici, ma anche di quelli biologici. Adottiamo un metodo di misura del tempo che è in grado di riportare tempi geologici, biologici e storici in dimensioni a noi più familiari. La durata della storia del Sole si stima con ragionevole certezza: essa sarà di circa 10 miliardi di anni, in questo momento la nostra stella è quindi intorno alla metà della sua vita. Un abisso di tempo, che senza una lunga abitudine, non siamo in grado di apprezzare nella sua profondità. La durata della nostra specie, se tutto va bene, si può stimare intorno ad un milione di anni. Facciamo ora questo esercizio mentale. Supponiamo che l’intera vita del Sole sia contratta ad un singolo anno. Esso si accende alle ore 0 del 1 gennaio e muore alle ore 24 del 31 dicembre. L’uomo comparirebbe in questo “anno solare” in un certo momento durante un giorno di giugno (fatto beneaugurante dopotutto), e si estinguerebbe meno di un’ora dopo, Homo Sapiens avrebbe calcato la Terra per poco più di 3100 secondi (3154 secondi, per l’esattezza, corrispondono infatti ad 1 milione di anni in questa scala compressa del tempo) pari a poco più di 50 minuti. Supponiamo ora che l’esaurimento delle risorse minerarie sia un fatto che si misura, nella sua interezza, su scala millenaria, questo corrisponderebbe ad una manciata di secondi in questo “anno solare”. L’esplosione demografica e l’esaurimento dei combustibili fossili sono fatti che si verificano in poco più di un secolo, una frazione di secondo. Se l'Homo Sapiens è sulla terra da, diciamo, 200.000 anni, potrebbe ambire a sopravvivere per altri 800.000 anni (i numeri non devono essere presi alla lettera, ma come indicazioni degli ordini di grandezza in questione). Quindi oggi avremmo, diciamo, consumato circa un quarto dei 3154 secondi che ci concedono le leggi biologiche, ossia 788 secondi. Per 787 secondi abbiamo vissuto basandosi su un uso intelligente (ma quanto faticoso) dell’energia solare: cibo, legna da ardere, vento, forza animale, tutto è energia solare in una forma diversa rispetto alla radiazione con cui è stata veicolata sulla superficie del pianeta. Nell’ultimo secondo abbiamo scoperto una riserva di energia solare fossile, il carbone, il petrolio ed il gas e la nostra popolazione è decuplicata. In questo stesso secondo, grazie a questa straodinaria riserva di energia solare fossile abbiamo sviluppato tecnologie in grado di espandere le nostre capacità di controllo degli ecosistemi, ciascuna di queste tecnologie ha pregi e difetti, ma non parlerò di questo oggi, quello che è importante è capire che tutte queste tecnologie sono attualmente dipendenti dal flusso di energia ausiliaria dei combustibili fossili. E’ quindi urgente, nelle prossime frazioni di secondo, interrompere questa dipendenza, rendere le tecnologie umane indipendenti dall’energia solare fossile. Si tratta di agire in pochi centesimi di secondo, forse pochi millesimi. Queste sono le scale temporali che si devono prendere in considerazione se si vuole apprezzare l’entità dell’evento catastrofico in atto e se si vuole mettere mano ad una sua soluzione attraverso il governo della società e del suo metabolismo con metodi, diciamo, non naturali, ma democratici e rispettosi di quelli che abbiamo chiamato “diritti umani”. Altrimenti la storia futura è facile da prevedere. Le leggi di natura, che non prevedono deroghe, ci travolgeranno. E questo non riguarda più un futuro lontano le migliaia di secondi della nostra esistenza come specie, ma il presente, la frazione di secondo in cui siamo immersi e nella quale vivremo noi, i nostri figli e i figli dei nostri figli.

Luca Pardi

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