Home arrow Interventi degli iscritti arrow Intervista a WANKA TANKA
Intervista a WANKA TANKA Stampa E-mail

Intervista al Grande Capo WANKA TANKA

LO STERMINIO DEI BISONTI

Mio intervistatore, se gli uomini ancora brancolano nel grande mistero della scomparsa dei dinosauri dalla Terra, per quando riguarda noi bisonti tutto è chiaro e palese. Fu il massacro proditorio, spietato, organizzato (come l'Olocausto dei nazisti) in pochi decenni, dal 1860 al 1889, per opera dei pionieri in nome della civilizzazione. E se anche noi si potesse tenere un Tribunale di Norimberga gli sterminatori sarebbero condannati, che mai una specie animale subì una repentina soppressione in tale maniera e così poco tempo. In quel tribunale, seduto negli scranni, il principale accusato sarebbe il criminale naturalista certo William F. Cody, detto per ironia Buffalo Bill, che mise nel nostro abbattimento una furia da invasato degna di ben altra carriera e notorietà.

 

 centro di raccolta pelli di bisonte a Dodge City

Noi, come i fratelli dalla Pelle Rossa, scendemmo dalle grandi fredde pianure dell'Asia valicando l'Artico. Scendemmo verso il sud popolando a centinaia di milioni le rigogliose praterie a noi perfettamente benevole, dagli Alleghani alle Montagne rocciose, dalle pianure sopra il Messico al Canada. Bisonti e pellerossa vissero per millenni in armonia con la Terra Dei Verdi Pascoli, divenuta delle 500 Nazioni Indiane che da noi traevano il loro sostentamento e ricchezza. La carne per nutrirsi, la pelle per vestirsi, il cuoio per mocassini, suppellettili e accessori, i tendini per le corde degli archi, le ossa per collane e attrezzi di lavoro... Attingevano i capi necessari dalle mandrie e la loro caccia fu un rito religioso per loro e noi.

Accomunati da codesto profondo legame di vita ogni nostra torma era seguita da una tribù. Insieme, congiunti e liberi, padroneggiavamo le sconfinate solitudini, ...interminati spazi e sovrumani silenzi... come ha scritto un vostro Poeta. Le teste cornute, le gobbe villose, animavano quella profondissima quiete del ruminare alternata al  rimbombo dei nostri zoccoli sul terreno, durante le sfrenate rincorse, cupo come il tuono nel cielo durante l'uragano.

Poi arrivò l'Uomo Bianco ruppe l'equilibrio millenario. Il Viso Pallido occupò il nostro suolo, piantò recinti, tracciò binari ferroviari, pali del telegrafo... Elementi alieni e incompatibili al bisonte come al Pellerossa. Fu la fine, l'iniziò del doppio genocidio.

Solo pochi anni prima il viaggiatore che navigava lungo il Missouri vedeva le moltitudini dei nostri branchi che guadavano il grande fiume, o pascolavano lungo le rive, serrati l'uno addosso all'altro per miglia e miglia. Poco tempo dopo avrebbe sentito soltanto il fetore della nostra carne in decomposizione, visto distese di ossa bianche essiccate dal sole. Monumento immane allo speciale mestiere del bianco massacratore.

Le Compagnie Ferroviarie pagavano un tanto a cranio gli impiegati di codesta funzione. Chi ci uccideva per la lingua, commestibile prelibato alla loro cucina. Chi dava fuoco alle praterie per cacciarci, farci impazzire di terrore, precipitare nei burroni. L'invasato Buffalo Bill si divertiva a colpirci uno ad uno come al tiro a segno. Dai finestrini dei treni in corsa i viaggiatori sparavano uccidendoci per puro piacere. La ferrovia, che dal Kansas porta al Pacifico, aveva lungo i binari montagne di ossa come i canneti seguono i letti dei fiumi.

 

Rush! Rush! Rrush! 

Fu il grido tragico, agghiacciante del nostro sterminio. Esso aleggia ancora nelle notti di estate lungo le poche valli risparmiate dalla follia; oggi preservate come reliquie dai figli dei massacratori. 

Rush! Rush! Rush!

 

----------------------------------

dipinto di caccia indiana al bisonte

Copyright 2000 - 2004 Miro International Pty Ltd. All rights reserved.
Mambo is Free Software released under the GNU/GPL License.

sovrappopolazione, demografia, fame nel mondo, carestie, epidemie, inquinamento, riscaldamento globale, erosione del suolo, immigrazione, globalizzazione, esaurimento delle risorse, popolazione, crisi idrica, guerra, guerre, consumo, consumismo