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Dal blog di Carlo Perassi

Strettamente crescente?

Lo scorso 7 marzo, il CIDAS ha organizzato una conferenza del Prof. Renato Angelo Ricci dal titolo “L’energia nucleare nel contesto energetico-ambientale”.

Non ho potuto partecipare ma il CIDAS stesso mi ha gentilmente inviato il libretto riassuntivo della serata: devo subito dire che, rispetto al precedente, la trattazione è decisamente più sobria, senza le cadute di stile e i rozzi attacchi a chi la pensa diversamente sul nucleare che invece erano appunto ben numerosi nel testo di Battaglia; mi è quindi piaciuto subito di più… cosa che non mi impedisce comunque di elencare alcune critiche. :)

(pag. 6) l’aumento (1840-2000) del fabbisogno energetico è (stato) più rapido della crescita della popolazione…

Considerando i dati al 2005 (e non al 2000), il rapporto - ben più significativo - di barili di petrolio equivalenti pro capite all’anno, non si è mosso molto tra il 1979 e il 2004.

(pag. 6) la domanda di petrolio è prevista crescere del 60% entro il 2020.

Magari la domanda crescerà pure… ma l’offerta (secondo previsioni della IEA, riportate dal Wall Street Journal… due gruppi non proprio di green warrior :-D) si ridurrà di 12,5 milioni di barili al giorno da qui al 2015, equivalenti purtroppo a circa il 15% dell’estrazione mondiale: una quantità che non potrà - a parità di tempo - venire sostituita da nessun mix di altre fonti energetiche.

A pagina 8, una delle cose che ho apprezzato di più: un riferimento al rendimento termodinamico del secondo ordine; solo da poco gli ingegneri hanno iniziato a considerarlo nella progettazione delle macchine… la crescita indicata è quindi in parte indiretta. Suggerisco di leggere il bellissimo articolo Storia dei concetti di efficienza energetica e di rendimento del secondo ordine di Luigi Capuozzo, nel quale il tema nucleare non è trattato, se non in un breve cenno (quasi trascurabile):

Negli anni settanta, Amory Lovins, fisico, educato a Harvard e Oxford, sostiene, applicando il criterio di efficienza del secondo ordine, l’idea che l’energia nucleare è antieconomica, in quanto essa produce energia ad alta temperatura e la utilizza a temperatura bassa.

Passando poi direttamente ai riferimenti nucleari, Ricci riporta un “classico” esempio:

(pag. 20) la convenienza economica oltre che ambientale (del costruendo EPR finalndese)

Ci si riferisce qui all’unico reattore nucleare attualmente in costruzione in Europa… pur non essendo i finlandesi famosi per la lentezza delle loro opere pubbliche (o per gonfiare i preventivi) è noto che siano già in ritardo con la consegna di due anni e abbiamo sforato di oltre un miliardo di Euro.

Infine, l’autore ha (a pagina 32) critiche anche per l’Italia:

E’ chiaro che sarà estremamente improbabile che l’Italia possa raggiungere gli obiettivi fissati dall’Unione Europea per il 2020 (20% di riduzione delle emissioni di gas serra, 20% di contributo dalle energie rinnovabili e 20% di risparmio energetico).

Può darsi che l’autore abbia ragione… ma viene proprio a Torino a dire queste cose? La Regione Piemonte ha infatti da poco attivato un piano per provare ad essere la prima regione d’Italia nel raggiungimento di questi risultati… e le dichiarazioni di Bresso non sono certo filo-atomiche. :)

Voglio infine rivolgere una personale preghiera ai miei amici “business as usual”: dato che tutti noi, grossomodo verso la terza elementare, abbiamo imparato che, nella fisica terrestre, di sistemi (oltretutto non instabili) con una qualche grandezza tendente a infinito NON CE NE SONO… potreste, anche senza convinzione, inserire ogni tanto nei vostri documenti qualche diagramma di funzioni non strettamente crescenti? Grazie. :)

5 Giugno 2008

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