Riflessioni sulla crescita anche demografica tratte dal libro "L'amarezza di Davide" Stampa E-mail

Nel libro "L'amarezza di Davide" di Carlino Di Biase (iscritto al gruppo Facebook di Rientrodolce), a un certo punto il protagonista del libro Davide fa delle riflessioni sulla crescita economica e demografica.

Ne riportiamo una parte:

"Il pensiero progenitore alla base del fallimento delle nostre economie e dei nostri modelli sociali è la crescita continua: se quest’anno si fosse prodotto cento, l’anno prossimo, per stare come oggi, si dovrebbe produrre almeno centouno. Politici ed economisti allargano questo pensiero anche alla crescita della popolazione: dobbiamo essere sempre di più per vivere come oggi.
Il concetto di crescita in sé è inquietante. Pensare che il mondo possa progredire solo se crescono le produzioni, anche di uomini, è perverso. L’economia così strutturata, che non si fonda né su leggi matematiche, né sulla logica, né aggiungerei su considerazioni di carattere ambientale e geografico, ci sta portando verso l’implosione. L’unica legge valida per l’economia classica, così come concepita da persone con un ridotto spettro visivo in tutti gli altri campi, è che per sostenerci domani dobbiamo avere qualcosa in più di ieri.
In molte circostanze sentiamo politici ed economisti preoccupati per la scarsa crescita della popolazione. L’economia attuale, come concepita, è la principale nemica dell’ambiente: le leggi dell’economia vanno nella direzione antitetica a quelle che salvaguardano la Natura e gli ecosistemi. Se produrre più plastica dell’anno scorso vuol dire che l’economia cresce, allora per la Natura non c’è speranza."

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