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Lettera aperta a Daniele Capezzone sul carbone Stampa E-mail

Pisa, 15 luglio 2006.

Caro Daniele,

nella tua conversazione con Giorgio Spadaccia, trasmessa da Radio Radicale il 7 luglio scorso, hai sollevato una serie di temi in materia di energia che, come associazione radicale Rientrodolce, riteniamo non solo utile, ma doveroso commentare in questa lettera aperta che ti indirizziamo nella tua tripla veste di segretario di Radicali Italiani, di parlamentare della Rosa nel Pugno e di presidente della commissione Attività Produttive della Camera. Il doppio intento che ci proponiamo è quello di promuovere una più ampia e approfondita riflessione all’ interno della nostra area politica e di fornire il nostro contributo e sostegno al lavoro parlamentare tuo e degli altri deputati della RnP, affinché si arrivi al più presto ad affrontare la questione “energia” con un progetto meditato e lungimirante, che non si limiti a tentare di arginare l’emergenza energetica odierna, del prossimo inverno o di quello a venire, ma che progetti nel “lungo periodo”, come garantire al paese le fonti energetiche necessarie in sia dal punto di vista politico ed economico sia dal punto di vista ecologico. In breve, quel piano energetico nazionale di cui Marco Pannella e i radicali parlano da trent’anni almeno.

Sulla questione del nucleare concordiamo pienamente con te, per molte ragioni fra le quali quelle che hai enumerato ma perché inoltre pensiamo che immaginare di poter garantire i necessari approvvigionamenti di materiale fissile per il funzionamento di un numero qualsiasi di centrali nei prossimi decenni, sarebbe nella migliore delle ipotesi utopistico, dato l’attuale andamento dei consumi di uranio in rapporto alla sua disponibilità come materia prima.

Per quanto riguarda invece il carbone, non possiamo seguirti. Il carbone, purtroppo, non ci sembra un’alternativa praticabile agli altri combustibili fossili, petrolio e gas naturale, per diversi motivi.

Le emissioni di CO2 prodotte dalla combustione del carbone sono ancora superiori a quelle causate dal petrolio, e questo ci pare un dato assolutamente insormontabile e imprescindibile. I pericoli, reali e documentati, indotti dall’aumento dei gas serra (alterazioni gravi del clima globale, rapida mutazione degli equilibri ecologici degli oceani, effetti diretti e indiretti sulla produzione agricola e sulla disponibilità di risorse idriche ecc) non possono e non devono, a nostro parere, essere sottovalutati nelle scelte di politica energetica. A nostro avviso il carbone non ha bisogno di sponsor politici, essendo realisti e pragmatici sappiamo bene che il suo uso è la prima risposta agli effetti indotti dal picco del petrolio. Crediamo però che per ragioni strettamente ecologiche si debba piuttosto spingere per un uso il più limitato possibile del carbone.Il protocollo di Kyoto, lungi dal poter essere considerato un vincolo burocratico- amministrativo, è, dal nostro punto di vista, ancora troppo poco e occorrerebbe anzi muoversi ancora più in fretta nella direzione da esso indicata, riconoscendo la necessità di ridurre in misura ampia e duratura le emissioni di anidride carbonica ed altri gas serra di origine antropica in atmosfera, la necessità di un uso razionale delle risorse, quindi del risparmio ad ogni livello, e di una grande e definitiva crescita delle produzione e dell’utilizzo delle energie rinnovabili in ogni area del mondo. I giacimenti di energia rinnovabile non utilizzati sono ancora enormi particolarmente nel nostro paese. I maggiori sforzi dovrebbero essere indirizzati in quella direzione piuttosto che inseguire politiche poco lungimiranti.

Crediamo che diversificare le fonti energetiche nella direzione delle fonti rinnovabili sia una politica non solo auspicabile in astratto, ma anche praticabile in concreto. Pensiamo inoltre che tale politica sia da attuarsi immediatamente, dunque prima che la disponibilità di fonti fossili diventi critica. Allo stato attuale in Italia le energie rinnovabili sono particolarmente sottovalutate, ma le politiche già messe in atto in altri paesi possono fare da esempio per la stesura di importanti capitoli del piano energetico (basti considerare, per esempio, la strategia di incentivazione delle rinnovabili tedesca e giapponese o la legislazione israeliana sul solare termico per l’edilizia privata, che potrebbe trovare un’altrettanto felice applicazione in gran parte della nostra penisola, ma anche le politiche sul risparmio e l’efficienza energetica messe in atto in vari paesi europei, come la Germania e i paesi scandinavi). Da anni Massimo Ippolito, inventore del progetto KiteGen, tenta di attirare l’attenzione pubblica su due fatti, il primo è che esiste un giacimento di energia inesauribile e rinnovabile: il vento di alta quota, e il secondo che ci sono le tecnologie adeguate per portare questa energia a terra. Non si parla di migliaia di torri eoliche da 1 megawatt, ma della possibilità di realizzare pochi singoli impianti da centinaia di megawatt. Per questo tipo di progetti innovativi e risolutivi abbiamo bisogno di sponsor politici e non per tecnologie vecchie e pericolose come quelle legate allo sfruttamento del carbone come fonte primaria di energia.

Noi pensiamo che potremmo fare anche in Italia quello che altrove già si fa con discreto successo da anni e forse, grazie al progetto KiteGen (www.kitegen.it), anche molto di più. Ma per far ciò occorre una forte e ferma volontà politica. Sappiamo che ai radicali, e a te in particolare, volontà e fermezza non mancano. Ci auguriamo che tu e gli altri compagni nella dirigenza e in Parlamento sappiate trasformarla in forza per l’intera coalizione di centrosinistra.

Siamo convinti che solo con un piano energetico nazionale “visionario” in materia di energie rinnovabili, e quindi autenticamente radicale, si possano affrontare tutti i nodi legati alla questione energetica con la lungimiranza necessaria. Un piano che preveda tempi certi per una transizione non traumatica dall'era dei combustibili fossili a quella delle fonti rinnovabili.

Un caro saluto,

Luca Pardi (segretario di Rientrodolce)
Mario Marchitti (presidente di Rientrodolce)
Giovanni De Pascalis. (collaboratore di Radio Radicale).

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