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Crescita demografica: Luca Pardi risponde a Ettore Gotti Tedeschi Stampa E-mail
Gentile Direttore,
 
leggo con interesse la lettera di Ettore Gotti Tedeschi intitolata "Fare più figli per aiutare la crescita" sul supplemento di Repubblica Affari e Finanza. Il ragionamento del direttore dello IOR ha l'apparenza della razionalità, in un mondo in cui la crescita economica è diventata un imperativo. Io sono un chimico-fisico e ragiono come tale. Sono anche responsabile politico di una piccola associazione che auspica la riduzione della popolazione su questo pianeta. Il nostro ragionamento è profondamente diverso da quello del sig Gotti Tedeschi. Noi siamo convinti che il metabolismo sociale ed economico stia rapidamente raggiungendo limiti fisici che non possono essere spinti oltre. Non c'è solo la questione climatica, ma in primis la questione del raggiungimento del Picco del Petrolio. Nessuno ancora lo dice apertamente, ma semplicemente verrà a mancare presto l'energia necessaria per sostenere il livello di consumi proprio del mondo industrializzato e, a maggior ragione, per estendere tale livello ad altri miliardi di persone.
  
Nel giro di pochi anni sarà chiaro a tutti che le tecniche di politica economica sviluppate nella fase di espansione dell'economia mondiale non sono più adatte a governare la fase successiva e alle dottrine neoclassiche si dovranno sostituire tecniche basate su un'economia bio-fisica. Un tale cambio di paradigma include ovviamente anche un riequilibrio della popolazione a livelli più bassi di quelli attuali. L'alternativa non è fra considerare l'uomo una calamità o una creatura del signore. Questi sono quesiti che lasciamo volentieri ai teologi e agli studiosi di morale. Si tratta invece di riconoscere la condizione di superamento della capacità di carico del pianeta da parte della popolazione umana e "organizzare" un atterraggio per quanto possibile morbido. E' evidente che le classi dirigenti attuali non sono in questo momento attrezzate per rendersi conto di questa necessità e prenderne atto. Tutti "pregano" con il sig. Gotti Tedeschi per la crescita. Ma sono preghiere vane.
  
Il bistrattato Malthus ha fatto l'unico errore di formulare la sua teoria, rozza, ma sostanzialmente giusta almeno qualitativamente, proprio alla vigilia dell'era fossile nella quale l'uomo ha scoperto e sfruttato i giacimenti di energia solare immagazzinata nel carbone, nel petrolio e nel gas. Il crepuscolo di quest'era, segnalato dalla fine, nel 2003, del petrolio a buon mercato, segna anche la fine del tipo di crescita economica che abbiamo conosciuto dalla rivoluzione industriale ad oggi. Con essa finisce anche la crescita demografica. Accelerare con mirate e non coercitive politiche di controllo delle nascite questa naturale tendenza renderebbe la transizione meno brutale di quello che purtroppo ci possiamo attendere, data la generale adesione alle idee di Gotti Tedeschi. E' stupefacente notare che questo signore sembra lamentarsi di un maltusianesimo imperante che probabilmente è solo un frutto dei suoi incubi. Nella mia personale esperienza parlare di sovrappopolazione e controllo delle nascite resta un tabù e coloro che si impegnano su questo fronte sono ancora un ridotta minoranza con pochissime opportunità di comunicazione. Concludendo in poche parole riassumerei la mia posizione affermando che se la decrescita demografica è una necessità nei paesi poveri essa è una virtù da non perdere in quelli ricchi.
  
Cordiali saluti
  
Luca Pardi
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