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Studio di David Pimentel sulle cause dell'alta mortalità nel mondo Stampa E-mail

David Pimentel, docente di Ecologia e Scienze Agricole presso l’Università di Cornell, e un gruppo di studenti qualificati hanno esaminato dati provenienti da oltre 120 articoli pubblicati in merito agli effetti sulle malattie umane della crescita della popolazione, della malnutrizione e di molti tipi di degrado ambientale. Il loro rapporto è pubblicato nella versione online della rivista Human Ecology (disponibile presso http://www.springerlink.com/content/101592/ e in procinto d’essere inserito nel numero a stampa di dicembre).

Pimentel ha detto: «Abbiamo seri problemi di risorse ambientali per quel che riguarda l’acqua, i terreni e l’energia, e quei problemi stanno ora cominciando a toccare la produzione alimentare, la malnutrizione e l’incidenza delle malattie».

Pimentel ha proseguito affermando che il 57% dell’attuale popolazione mondiale di circa 6,5 miliardi è malnutrito, a confronto del 20% della popolazione mondiale del 1950, che contava 2,5 miliardi di persone. Secondo la ricerca, la malnutrizione non solo è causa diretta della morte di 6 milioni di bambini ogni anno, ma rende anche milioni di persone molto più suscettibili a killer come le infezioni respiratorie acute, la malaria e una serie di altre malattie che mettono a rischio la vita.

Tra gli altri punti principali dello studio:

- Quasi la metà della popolazione mondiale vive ammassata nelle aree urbane, spesso senza un’igiene adeguata, ed è esposta a epidemie di malattie quali morbillo e influenza.

- Con 1,2 miliardi di persone alle quali manca l’acqua pulita, le infezioni trasmesse tramite l’acqua corrispondono all’80% di tutte le malattie infettive. L’accresciuto inquinamento delle acque crea ambienti favorevoli alla riproduzione delle zanzare portatrici di malaria, uccidendo da 1,2 a 2,7 milioni di persone all’anno, mentre l’inquinamento dell’aria uccide ogni anno circa 3 milioni di persone. Le condizioni di vita non igieniche sono responsabili di oltre 5 milioni di morti all’anno, più della delle quali metà riguardano bambini.

- L’inquinamento dell’aria dovuto a fumi o a sostanze chimiche varie uccide 3 milioni di persone l’anno. Nei soli Stati Uniti vengono rilasciati nell’ambiente circa 3 milioni di tonnellate di sostanze chimiche tossiche, che contribuiscono al cancro, a difetti alla nascita, a difetti del sistema immunitario e a molti altri gravi problemi di salute.

- Il suolo è contaminato da molte sostanze chimiche e da molti agenti patogeni, che vengono passati agli esseri umani tramite contatto diretto o per mezzo del cibo e dell’acqua. L’accresciuta erosione a livello mondiale non ha come effetto solo la perdita del suolo, ma anche la diffusione di microrganismi patogeni e tossine varie.

Allo stesso tempo, molti microrganismi stanno sviluppando resistenza ai farmaci. E il riscaldamento globale, insieme alla riduzione della biodiversità, influenza l’evoluzione dei parassiti e la capacità delle specie esotiche di invadere nuove aree. Come risultato, malattie come la tubercolosi e l’influenza stanno riemergendo come rilevanti minacce, mentre si sono sviluppate nuove minacce, tra le quali il virus del Nilo Occidentale e la malattia di Lyme (borrelliosi).

Pimentel conclude: «A un crescente numero di persone mancano beni primari come l’acqua pura e una dieta varia. Queste persone diventano più suscettibili alle malattie portate dalla malnutrizione e dagli inquinanti dell’aria, dell’acqua e del suolo». Pimentel e i suoi coautori caldeggiano politiche a largo spettro e giuste in merito alla popolazione, oltre a una maggiore conservazione delle risorse ambientali che sostengono la vita umana.

I ricercatori concludono: «Il far conto su crescenti malattie e malnutrizione per limitare la quantità della popolazione umana riduce la qualità della vita di tutti e costituisce una politica ad alto rischio».

3 agosto 2007
Fonte: Cornell University
Traduzione di Aldo Carpanelli

Tratto da
http://www.oilcrash.com/temp/studio40.htm

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