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Il problema della capacità di carico (Marisa Cohen) Stampa E-mail

CRESCITA ECONOMICA E CRESCITA DEMOGRAFICA:
IL PROBLEMA DELLA CAPACITA DI CARICO

Maria Luisa Cohen

per la rivista "Economia e ambiente"

Luglio2000


"Esiste una regola senza eccezioni, che fa si che ogni organismo cresca a tale ritmo che, se non viene distrutto, la Terra tutta sarà invasa dalla progenie di una sola coppia. Anche l'uomo, pur riproducendosi più lentamente, ha raddoppiato il suo numero in 25 anni e, a tale ritmo, tra mille anni non esisterà più spazio per la sua progenie."(Charles Darwin,"On the Origins of Species by natural selection"1859)

"Chiunque crede nella crescita illimitata è o un folle o un economista" (Herman Daly)

I dibattiti sullo stato dell'ambiente e specialmente la loro presentazione mediatica, si concentrano su una serie di raccomandazioni a ridurre il nostro impatto su di esso con rimedi /cerotto che interessano la società industriale: lampadine ed elettrodomestici a basso consumo energetico, domeniche senza auto, eccetera. Provvedimenti necessari, ma che devono fare parte di una intera politica di trasformazione della nostra economia , come suggerito nell'ultimo libro di A. e H.Lovins e P.Hawkin " Natural capitalism", proponente un'economia di mercato in cui sono valutate tutte le forme di capitale ,incluso quello umano e naturale,.Ma anche questa conversione, che richiede dei cambiamenti drammatici nel nostro modo di muoverci, consumare, mangiare, vestirci, lavorare, guadagnare, sognare persino nuovi miti, non può ignorare il dramma di fondo che richiede ancora più urgente l'attuazione di tali cambiamenti: l'esponenziale aumento della popolazione a livello mondiale.

Lo sfruttamento del pianeta da parte dell'uomo non è nuovo. Nonostante la proiezione nel passato di un ideale alla Rousseau di armonia uomo/natura, il continuo eroico sforzo di emergere e distinguersi dalla massa di materia organica come esseri umani , ha prodotto vittime e sconfitte da ambe le parti. Ciò che è cambiato, come conseguenza delle varie tecnologie che hanno generato una folle accelerazione di questo sfruttamento ,è il fatto statisticamente innegabile dell'invasione della nostra specie in tutti gli angoli del pianeta.

Alcuni fatti:

Secondo l'International Programme Centre, ( IPC) Population Division of US Bureau of Census, il giorno 18 Luglio 2000, siamo a :
6. 083.897.180.
Sono stati necessari 123 anni per giungere a due miliardi di persone, ma solo 12 anni per arrivare da 5 a 6 miliardi.
La popolazione mondiale aumenta di 3 persone al secondo, l'equivalente di una città come San Francisco ogni tre giorni. 78 milioni di persone in più ogni anno. ( UN Population Fund 1999)
Ogni 20 minuti il mondo cresce di altre 3.500 vite umane e perde una o più specie di animali o piante , circa 27.000 specie all'anno. ( Zero Population Growth, 1999) .
Un miliardo di adolescenti sta entrando nell'età riproduttiva.
Se il tasso di fertilità si stabilizzasse ai livelli attuali, la popolazione mondiale toccherebbe l'assurdo numero di 269 miliardi in soli 150 anni e anche se si riducesse a un tasso di 2.5 figli per ogni donna, arriverebbe a 28 miliardi (Bill Mc Kibben " Atlantic Monthly, 1998 ).
La densità di popolazione dell'Italia è di 196.0% al metro quadrato, una delle piu' alte in Europa.

Le ragioni di questa crescita sono connesse al progresso della scienza e specialmente della medicina occidentale. Come afferma Nicholas Eberstadt, demografo all' American Enterprise Institute,
"non è perché abbiamo cominciato a riprodurci come conigli, ma piuttosto perché abbiamo smesso di morire come mosche."
Un suicidio dell'umanità, dovuto al suo stesso successo biologico ?

Cosa succede del surplus umano ?

  • Eliminato attraverso infanticidio, come tra i Cinesi , le povere società agrarie;
  • Muore di fame, laddove non c'è abbastanza cibo;
  • Muore di epidemie o guerre fratricide;
  • Emigra laddove c'è un surplus di cibo.

La situazione non è veramente molto mutata da quando James Madison scriveva questo nel 1791.

Di fronte a tale realtà, politici, economisti e anche molti ambientalisti restano sordi e muti. I media hanno contribuito non poco alla generale indifferenza. Il recente Forum di Malmo (Svezia) organizzato dall'UNEP, che ha riconosciuto l'intollerabile pressione sulle risorse esercitata dall' 'aumento della popolazione mondiale, merita 18 righe da parte del The Times. Questa brevissima nota era sullo stesso piano d'importanza della notizia che il cantante Joe Cocker è indignato per l'uso improprio della sua canzone "Unchain my heart".
Per quanto riguarda l'Italia, la notizia che abbiamo passato il traguardo dei 6 miliardi non ha fatto colare fiumi di inchiostro ai giornalisti , che preferiscono concentrarsi su l suo inverso: il declino della popolazione .
I media, fatta eccezione per l'opinionista Alberto Ronchey, accusano un blind spot in tale direzione , se non addirittura una diretta responsabilità nella diffusione dell'etica di "grande ( numeroso) è bello". Questo silenzio echeggiato dai politici persiste in maniera significativa, il che non puoi attribuirsi a sola ignoranza, ma piuttosto a un mind-set, un orientamento culturale solidificato , che è imperniata sul concetto di crescita quantitativa .
Un panico mediatico costante attraversa la penisola davanti alla caduta della fertilità nostrana. Quella che dovrebbe essere considerata una tendenza favorevole, è sentita come un disastro nazionale, economico e morale allo stesso tempo. Il furore che accompagna questa rivelazione, descritta come conseguenza dell'egoismo della società dei consumi oppure di una mancanza di offerte economiche e sociali favorevoli alla famiglia, è accompagnato da scenari apocalittici di un inesorabile declino economico correlato al declino demografico. Incentivi finanziari e manipolazioni psicologiche per incoraggiare ad avere più figli quelle donne che non ne sentono un grande bisogno , avrebbero effetti perversi sul valore e la vocazione della maternità, che qui non è luogo discutere.

Il problema delle pensioni occupa la penna e le menti di pundits, economisti,religiosi, politici e , per forza, pensionati. Circa un terzo della popolazione europea sarà in età pensionabile nel 2005.
L'Italia, insieme al Giappone, ha la più vecchia popolazione del mondo, con un'età media di 40,2 anni. Gli esperti predicono che la popolazione italiana si ridurrà del 28%, stabilizzandosi sui 41 milioni nel 2050.
E allora ?Uno penserebbe che , invece di fare la fine di sardine chiuse in una scatola, avremo più spazio e un ambiente meno inquinato.Ma no: abbiamo invece inventato un nemico nuovo.La Terza Età è divenuta in Europa la vera bete noir. In Svezia c'è già in atto una politica di razionamento medico verso le persone oltre i 60 anni. Dopo l'acquisto dei diritti da parte di tutte le minoranze , la Terza Età è l'ultimo traguardo delle persecuzioni economiche, sociali e culturali, nonostante questa categoria diventi , proprio per l'avanzare del suo numero e delle capacità d'acquisto , una forza politica ed economica di rispetto: essa dispone di più tempo libero, più danaro e più salute . L'età pensionistica in Europa e specialmente in Italia ,non riflette i cambiamenti avvenuti , che hanno ritardato la vecchiaia oltre i 70 anni. Ma negli Stati Uniti la più anziana air-hostess ha 72 anni e le offerte ai supposti pensionati cresce continuamente, mantenendoli parte attiva e valorizzante della società.
Che l'umanità abbia raggiunto dei traguardi di età impensabili un tempo, un cambiamento irreversibile e auspicato, è sentito da noi come un handicap e non motivo di orgoglio e di speranza. La soluzione sarebbe di svolgere questa novità a buon uso, quello che il filosofo De Bono chiama lateral thinking,. Ma tali soluzioni non sono il soggetto di questo articolo.Che, per ritornare al suo tema principale, lo sviluppo demografico, si rifà alle dichiarazioni di Joseph Chamie dell'ONU ,("Replacement Migration" Report ) secondo cui, poiché la popolazione europea (popolazione attuale 377 milioni) diminuirà di 30 milioni tra oggi e il 2025, suggerisce un tasso di immigrazione astronomico , di 159.000.000 unità da qui al 2025.
L'obiettivo apertamente dichiarato è di provvedere la mano d'opera che deve pagare le pensioni per i nostri vecchi. Questo argomento opportunista ignora che circa il 10 % della forza -lavoro europea è disoccupata. Sembra che l'Italia in particolare , con il suo alto tasso di disoccupazione nel meridione,faccia un cattivo uso della sua popolazione e specialmente dei giovani, che entrano più tardi della media europea nel mondo del lavoro. Pii argomenti in favore di immigrati e colonialismo strisciante all'inverso, si alternano alle politiche nostalgiche di sostegno alla famiglia italiana.
Il rapporto ONU può anche venire apprezzato come un tentativo sottile di ricatto. Poiché siamo ricchi ,dobbiamo ricevere il surplus dei paesi poveri e sovrappopolati che non riescono a controllare il loro numero.Il diffondere o lo spalmare del sovrappiù ( demografico) nelle terre del sovrappiù (economico) fino ad ottenere l'eguaglianza. In sostanza, si vuole effettuare uno spostamento dell'eccesso di persone, per cui non ci sarà nessun incentivo per regolare la crescita demografica, quando si sa di avere una valvola di sicurezza, dato che il 95 % di tale crescita avviene nelle nazioni meno sviluppate .
Chi ha scritto tale rapporto non ha le più elementari nozioni ecologiche. Inoltre da un punto di vista economico, esso ignora che i figli sono anche parte della popolazione inattiva e non produttiva e quindi un altro fattore di costo per lo Stato- e per i genitori- e non di crescita. E che le tasse pagate dai nuovi arrivati serviranno a pagare i loro stessi benefici sociali, come istruzione, sanità, pensione , nonchè i costi derivati dall' aumentato peso sull'ambiente ?

Senza molta pubblicità da parte dei media ,pure Kofi Annan Segretario Generale dell'ONU ha dichiarato durante una speciale Sessione dell'Assemblea Generale del giungo scorso, che niente è più importante della stabilizzazione della popolazione mondiale perché la terra non può più sostenere la nostra crescita.

Da un punto di vista ecologico, siamo veramente un Mondo Unico e l'aumento della popolazione in una regione del mondo ha ripercussioni devastanti anche nelle aree più lontane. Perciò l'impegno eccezionale dei Verdi verso gli immigrati ha dello schizofrenico: se si dovesse formulare una politica prudente di accoglienza, essa dovrebbe essere sostenuta principalmente da essi. La vocazione esclusivamente sociale non è sempre in accordo con la difesa della natura, né in ultima analisi, con il bene comune.
Il problema immigrazione è quindi essenzialmente ambientale : quante persone possono vivere in maniera dignitosa nel nostro paese, ( o, in generale, in ogni paese ) senza danneggiare seriamente l'ambiente ? Quale è, in ultima analisi, la capacità di carico dell'Italia?
Quindi il discutere dei vantaggi della società multietnica, dell'ovvia odiosità della xenofobia, eccetera, è un modo di mescolare le carte. Che i media e i politici cerchino di accusare di razzismo chi affronta il problema nei giusti termini del pericolo ambientale, è non solo un'offesa alla libertà di parola ma al comune buon senso e, allo stesso tempo, un'arma di ricatto, sostenuta da scuse ideologiche, etiche e economiche , che fanno del problema demografico il grande tabù odierno.

In caso ci si illuda che la sovrappopolazione è un problema da Terzo Mondo, va considerato che gli Stati Uniti hanno raggiunto in 60 anni 270 milioni di abitanti e, tenuto conto dell'attuale tendenza e dell'influsso di immigranti legali e illegali, si prevede che crescerà a 571 milioni nei prossimi 70 anni, aumentando l'incubo della urbanizzazione delle aree agricole ,la crisi idrica, l'inquinamento , la perdita della biodiversità .Il problema dell'immigrazione nei paesi industrializzati non fa che accelerare il degrado ambientale . L'aumento della popolazione, per esempio, non viene menzionato come la ragione più importante dell'orrore dell'urbanizzazione e dell'espansione suburbana, tutti fattori che consumano sempre più terreno una volta produttivo o habitat che sosteneva altre specie.Piu' alta è la densità della popolazione, e più alto lo standard di vita, più grave l'impatto sugli ecosistemi. La magnitudine della crescita demografica moltiplica tutti i problemi.
Associazioni ambientaliste americane, come l'Audubon Society, Sierra Club, National Wildlife Federation, ecc., sostengono una politica anti-immigrazione parallela a quella della limitazione dei consumi. Anzi, le due sono indissolubilmente connesse . L'alto standard di vita occidentale è riflesso nell'alto livello di consumo, che è a sua volta amplificato dallo sviluppo demografico. Dall'Institute of Politics dell'Università di Harvard ( Herald Triibune, 14 Luglio 2000) giunge la drammatica domanda: come potrà l'America essere più prospera con 571 milioni di abitanti ? Avremo ( e questa è una domanda che dobbiamo rivolgerci anche noi ) più stabilità politica e sociale ,, mantenendo la stessa offerta di amenità, di spazio , di biodoversità, in un'espressione, di qualità della vita ?
Se questa parte del mondo vuole continuare col suo sistema di vita, allora l'occidente è già sovrappopolato . Londra richiede ben 58 volte in più della sua area per le risorse di cui bisognano i suoi residenti. L'ultima cosa di cui le nazioni industrializzate hanno bisogno è di un aumento della popolazione, ma piuttosto di una ristrutturazione fondamentale dei loro stili di vita. Nel suo saggio " Perché le classi medie favoriscono la crescita demografica" Mathis Wackernagel osserva che questa crescita porta dei vantaggi a breve termine a coloro che ne beneficiano in maniera economica. Le classi medie hanno un surplus di lavoratori a buon mercato , inoltre con l'immigrazione ci si augura che i poveri, una volta divenuti parte della nostra economia, diverranno essi stessi dei consumatori, in un eterno circolo di consumo-produzione, fine a se stesso. I nuovi lavoratori-produttori servono a produrre quello che essi stessi consumeranno, come testimonia l'accorata proposta dell'associazione dei costruttori italiani (ANCE) di un piano di edilizia sociale per gli immigrati, per cui costruiranno le case che essi stessi abiteranno… Ignorando che il terreno e i materiali usati per le costruzioni edilizie è tra i maggiori responsabili dell'impatto negativo sugli ecosistemi naturali. Le persone sono ridotte al livello di macchine consumatrici e l'atto del consumo è piu' importante di quello della produzione, di cui è la giustificazione.
Più veloce è la crescita, più il capitale deve provvedere alla sopravvivenza di nuove vite, invece di migliorare lo standard di vita.(Lester Thurow, Massachusetts Institue of Technology). Sfortunatamente, mentre il Dow Jones sale, la salute del pianeta scende. 11% di ogni specie di uccelli , 25 % di mammiferi e 34% di pesci sono per sempre scomparsi. ( Lester Brown, " State of the World Report 2000", World Watch Institute)

Nuove tecnologie, ( menzionate all'apertura dell'articolo) che limitano l'inquinamento e risparmiano energie, sono già attivate da imprese private più sensibili alla sfida del futuro, per opera di persuasione di ambientalisti e non solo, ma anche perché gli stessi operatori si sono accorti che gli sprechi aumentano il costo di ogni operazione. Ma la National Academy of Science (USA) e la Royal Society (UK) hanno concluso nel loro studio su " La crescita della Popolazione, Consumo di risorse e un Mondo Sostenibile" che la scienza e la tecnologia da sole non possono prevenire l'irreversibile degrado della natura e la continuazione della povertà nel mondo, se non si arrestano le due tendenze umane più devastanti: l'aumento della popolazione e quella del consumo delle risorse. La tecnologia non puo'aumentare il flusso delle risorse naturali necessarie : per esempio, il fattore che limita la pesca è la capacità dei pesci di riprodursi e non l'efficienza delle flotte da pesca.
Le soluzioni tecnologiche valgono per un approccio finalizzato esclusivamente al grado di adattabilità della specie umana, la sua capacità di cambiare abitudini : non tiene conto del danno che viene fatto ad altre specie e agli habitat che le sostengono .Il Rapporto Brundtland imponeva di riservare un magro 12% di spazio per la altre specie, ma questo traguardo non potrà essere rispettato. L'implicito presupposto è che l'umanità ha il diritto /dovere di occupare tutti gli angoli del pianeta, di aprirli ai suoi bisogni materiali e onde qualcuno- una minoranza eccentrica , si suppone- avesse bisogno di spazi ed esperienze wilderness , una certa quantità di aree controllate sarebbero designate per provvedere tali esperienze, esattamente come succede per i campi di golf, gli zoo, i giardini botanici. Operatori turistici astuti e previdenti sapranno già sfruttare questi bisogni per creare Disneyland ecologiche.
Gli esseri umani tutti in una maniera o nell'altra , con la loro pressione e occupazione dello spazio vitale di altre specie animali e vegetali, distrugge la Biosfera , cioè il sistema che sostiene la vita di tutti sulla terra. Si prospetta che l'incremento della popolazione mondiale raggiungerà i 9 miliardi nei prossimi 50 anni.
" La conseguenza di tale aumento ( di popolazione ) sottoporrà a pressione tutte le risorse naturali , acqua e aria pulita, terreno agricolo produttivo, emissioni inquinanti, distruzione delle foreste, causando un declino degli oceani e delle aree peschiere, accelerando la scomparsa degli habitat e l'estinzione delle specie e degradando la qualità della vita di miliardi di persone." ( World Population Awarness, Sierra Club, 1999)

Un aumento della popolazione attuale puoi avvenire sotto le seguenti condizioni:
a)con la eliminazione di altre forme di vita, con cui siamo in competizione ma da cui dipendiamo e l'eliminazione della biodiversità;
b) trovando una maniera di ridurre drasticamente il nostro impatto attraverso nuove tecnologie( R.McCluney)
c) con una sostanziale riduzione dello standard di vita , per cui ci siamo battuti per secoli,attraverso drastiche misure che limitano la libertà.
" Ma la democrazia" avverte Isaac Asimov " non può sopravvivere alla sovrappopolazione. La dignità umana non potrà sopravvivere…Mentre sempre nuove vite entrano nel mondo, il valore stesso della vita diminuisce … Non importa se qualcuno muore, perché più persone ci sono e meno conta l'individuo." Come nota M.Boyd Wilcox nell'anniversario del Rapporto Rockerfeller sulla Popolazione, la sovrappopolazione è nemica della democrazia e porta inesorabilmente alla perdita della libertà e della capacità di scegliere. La legalità è soffocata dall'oppressiva forza del numero.
Dal libro" Austerity in Britain: Rationing, Control and Consumption 1939-1955" di I.Z.Bargielowska, emerge una verità sulla capacità della natura umana di sopportare limitazioni imposte dall'alto, a fin di bene. Il razionamento e i sacrifici materiali, adottati per necessità durante la guerra e continuati in seguito dal Gioverno Laburista, come mezzo di controllo sociale per imporre una utopia collettivista e incoraggiare una equa distribuzione della torta ridotta, introdusse una nuova persecuzione sociale , e creo' il nuovo il crimine della borsa nera. La caduta del Governo Laburista dimostro' che i cittadini sognavano automobili, frigoriferi, radio, TV e tutte le cose precedentemente negate che rendono piacevole la vita. Questo può essere un triste avvertimento su un futuro di sacrifici in nome dell'ecologia. Una politica che tenga conto delle limitazioni umane, del desiderio di scelta e di libertà . dell'accresciuta aspettativa, con le necessità di regolare le attività deleterie e distruttive attraverso leggi correttive e incentivi sociali e economici, sarà un miracolo di equilibrio e saggezza , che richiederà cervelli e animi molto più agili, forti, informati e sensibili di quelli dei nostri attuali governanti. Che poi il tutto venga affidato alla responsabilità di un governo sopranazionale che amministri sia la scarsità delle risorse che il quoziente di soddisfazione umana , risolta sulla base dei bisogni primari, sarà una soluzione che per alcuni ha il sinistro colore della dittatura .L'ideale occidentale è fondato anche su criteri come mobilità, educazione, creatività artistica, ricreazione, e autodeterminazione, tutte cose, non dimentichiamolo, che richiedono usualmente considerevoli mezzi finanziari. Gestire non solo la terra, ma l'imprevedibilità della natura umana, sarà il piu' difficile compito del futuro.
Secondo il Los Angeles Time , marzo 2000, l'obiettivo di proteggere la natura e il diritto del pubblico a utilizzarla per scopi ricreativi,diventano sempre più difficili a riconciliare poiché l' aumento della domanda dovuto alla crescita della popolazione mette in pericolo l'incolumità delle aree protette . Il grande sogno americano degli spazi aperti e selvaggi accessibili a tutti sta diventando sempre più irraggiungibile:alcune aree sono chiuse al turismo, come unico mezzo per preservare queste preziose aree naturali. Tutte le associazioni ambientaliste americane stanno oramai unendosi dietro l'obiettivo di salvare le ultime zone sacre alla wilderness.
Senza andare tanto lontano, le nostre città d'arte , come Venezia, stanno già preparando piani per limitare l'accesso di turisti, per cui anche le risorse cosidette culturali soffrono dello stesso pericolo di soffocamento da affollamento.

Ma il malinteso sta nella finzione che il bene dell'economia risieda nel numero, mentre la qualità della vita è in relazione inversa ad esso.
Forse che la Norvegia ( 4 milioni di abitanti ) è un paese poverissimo , mentre il Bangladesh con la sua popolazione di 120 milioni, 43% dei quali sotto i quindici anni, è ricchissimo ?
Bisogna domandarsi :quale è il numero ottimale che l'umanità può raggiungere senza mettere in pericolo la capacità della terra di sostenerla ? Si puoi rispondere a questa domanda solamente se decidiamo come vogliamo vivere , quale tipo di vita è desiderabile. Poiché una cosa è sostenere che un numero molto superiore di individui puoi abitare la terra , distruggendo nel processo altre forme di vita , e un'altra è definire quale standard di vita vogliamo per noi e i nostri figli. Ammettendo che la prima necessità dell'uomo , come di ogni altro animale, è di nutrirsi e di abitare, il problema è quello della capacità di carico della terra.

La capacità ecologica di carico del pianeta è la base fondamentale per il calcolo demografico. La capacità di carico di un ecosistema è il massimo di pressione che esso puoi sopportare in maniera persistente e sostenibile. Demograficamente parlando, è il massimo numero di una data specie che un habitat può sostenere , senza danneggiare permanentemente la produttività di quell'habitat.Nel caso degli esseri umani, si deve aggiungere che la quantità non è il solo elemento importante , ma anche il peso che ogni individuo ha sul suo habitat. Quindi si può definire come il massimo del totale della popolazione in relazione a un certo tenore di vita. Usando la tecnologia attuale, gli standard di vita materiale dell'occidente non possono estendersi alla totale popolazione del pianeta. Se ogni Cinese mangiasse un pollo in più, il grano necessario a allevarli sarebbe equivalente a tutto il grano esportato dal Canada. ( Norman Myers)
La domanda fondamentale per un'economia sostenibile è se le rimanenti riserve di capitale naturale sono adeguate per sostenere il peso delle attività economiche umane nel futuro . Certi economisti non hanno ancora afferrato il concetto di capitale naturale come della capacità di carico ,e quindi non riconoscono che essi devono essere alla base di ogni considerazione e operazione economica.

Il capitale naturale è la riserva di risorse naturali che mantiene un flusso continuo di beni e servizi indispensabili per la vita futura (reddito naturale ). Esso è la base per la continuazione di una vita degna di questo nome , cioè per la civiltà . Ma, al momento mentre il consumo e la popolazione aumentano, l'area totale di terreno e di riserve di capitale naturale sono in declino ed è facile vedere la correlazione tra i due fenomeni. Se si prende come misura il concetto di capacità di carico, vari autori e i loro dati ( J.Cohen, B.Sunquist, P.Ehrlich, M.Wackernagel)sostengono che la terra è già sostanzialmente sovrappopolata.

A questo punto è bene sfatare quel pregiudizio secondo il quale i popoli poveri hanno relativamente un minore peso come se la povertà stessa non fosse una delle più letali condizioni non solo per la dignità e salute umana , ma anche per quella del pianeta. Qui si gioca una tragica serie di lotte per il territorio, territorio che nella maggior parte dei casi è infertile o in ospitabile: desertificazioni , distruzione delle foreste, urbanizzazione sregolata, emissioni di carbone, uso incontrollato di pesticidi, rifiuti tossici ,e inquinamento delle nuove megalopoli tra i più micidiali del mondo, crisi idriche, concorrenza spietata con specie animali, sono conseguenze della povertà non mitigate da rimedi tecnologici. Più di 1.1 miliardo di persone vivono vicino le aree del mondo ecologicamente più ricche ma anche più minacciate. In questi luoghi la crescita demografica è più alta che in tutte le altre parti del mondo . In Guatemala, le giungle della Biosfera Reserve dei Maja sono occupate da squatters , che hanno aumentato la popolazione da 20.000 milioni negli anni 60 a 500.000 milioni di oggi e che incendiano foreste e uccidono gli animali. L'estinzione della tigre in India è dovuta alla perdita del suo habitat e al declino delle sue prede naturali: zone di protezione intorno alle riserve protette sono oramai usate liberamente dai villaggi per pascolo e agricoltura. La Valle del Kashmir, uno delle meraviglie del mondo, è stata denudata fino al punto che le alture non possono piu' trattenere l'acqua.( Garrett Hardin : "Carrying capacity as an Ethical concept")

In queste nazioni, la cui popolazione è prevista di raddoppiare nei prossimi 30 anni, molte volte i figli sono considerati come un'assicurazione per la vecchiaia, cosi come noi consideriamo gli immigrati. Povertà che risulta in bambini abbandonati, venduti, sfigurati, prostituiti e generalmente sfruttati.Circa 15 milioni di bambini sotto i 15 anni lavorano nell'America Latina( Rapporto dell'ILO). La povertà unita al numero di persone è il fattore più importante nella tragedia delle nazioni in via di sviluppo e l'eliminazione della povertà non può avvenire, come alcuni pensano, magicamente dall'oggi al domani, se sono proprio i più poveri ad avere più figli.
Il rapporto (24 aprile)della FAO, un'organizzazione non sospetta di protezione della natura, ma dedicata esclusivamente a interessi umani legati all'alimentazione , ci conferma che le condizioni del pianeta sono in uno stato drammatico. Oggi 800 milioni di persone non hanno abbastanza di che nutrirsi e questo numero cresce, poiché la maggior parte dei 3 miliardi che, secondo proiezioni statistiche, si aggiungeranno alla popolazione nei prossimi 50 anni , nasceranno in regioni povere, con permanenti problemi di scarsità d'acqua , di fertilità del terreno, di capacità di coltivare .Sempre secondo la FAO, la perdita della diversità a scopo alimentare sarà di ostacolo all'aumento della produzione agricola del 40% di cui ha bisogno una popolazione in continua crescita. Le seguenti nazioni , che hanno una permanente crisi idrica, aumenteranno la loro popolazione nei prossimi 50 anni di : 519 milioni in India, 211 in Cina, 200 milioni in Pakistan, mentre l'Egitto, l'Iran, il Messico raddoppieranno il loro numero.
L'utilizzo insostenibile dell'acqua è uno dei più grandi problemi, correlati alla popolazione. Ma la continua espansione urbana attraverso l'immigrazione tra stati e dalla campagna alle città, triplica l'utilizzo delle risorse idriche. Naturalmente si raccomanda di eliminare tutti i sussidi che incoraggiano l'inefficiente uso dell'acqua , aumentare il suo prezzo per riflettere il vero costo e puntare su tecnologie più efficienti. Ma come potranno sopravvivere i poveri a queste necessarie e crudeli misure di protezione e razionamento delle risorse?
Con pace degli ambientalisti di casa nostra , nutrire la crescente massa dei diseredati ha un costo ideologico : secondo il Vice Presidente del World Bank Ismail Serageldin, la manipolazione genetica delle piante per massimizzare la produzione, è la necessaria conseguenza dell'aumentata richiesta di cibo dovuta alla crescita demografica.(Agence France Presse: "Green Revolution can't cope with Population crisis")
L'Italia, come altre nazioni industrializzate ,crede di essere al riparo perché il nostro avvenire sembra assicurato dalle benefiche ricadute dell'economia e della tecnologia. .Politica ed economia fanno fatica ad estricarsi dalla religione della bontà della crescita illimitata. Quando i due terzi dell'umanità finora esclusi, vogliono cibo, riscaldamento, frigoriferi, automobili, TV e computer, gli economisti gioiscono, ma la terra trema. Mi piace riferire come il prof. Crispin Tickell termino' una sua relazione a un simposio scientifico a Londra: " Il mio augurio finale è che abbiamo bisogno di una o due catastrofi - che preferibilmente non coinvolga i presenti - per focalizzare le menti in modo di generare delle azioni pratiche." Non siamo ancora coscienti dell'incombente scarsità, per quanto l'aumento costante del costo della vita, lo stress da affollamento delle città, la delinquenza, la sensazione reale dell'incapacità dei governi di gestire il welfare dei cittadini, anzi, alla rinuncia stessa della sua concezione ,l'imposizione fiscale che non è più in relazione con un miglioramento effettivo del tenore di vita, questi sono sintomi che bisogna cambiare rotta.

Tutto il progresso umano si è svolto attraverso la trasformazione della natura per accomodare l'agricoltura prima e poi l'industria. Ma nel corso di queste secolari trasformazioni, la perdita della capacità degli ecosistemi di sostenere tali attività umane è un disastro economico. I prezzi, per riflettere veramente il mercato, devono tenere conto del costo delle devastazioni del capitale naturale. Quello che ci colpirà in maniera diretta saranno i segnali dal mercato . Quando prezzi, tasse e politiche regolatrici includono i costi ambientali, allora le abitudini del consumatore saranno conseguentemente influenzate. Incorporare gol ambientali nelle politiche governative ,nella legislazione e negli incentivi economici, dovrebbe accompagnarsi a un minore e non maggiore carico di persone sul territorio nazionale, già tanto ridotto e ecologicamente degradato.
In riassunto,poiché un'economia sostenibile, che cioè tenga conto del capitale naturale e della capacità di carico, deve necessariamente cominciare dall'occidente, è logico che non possiamo permetterci un aumento della popolazione, che porterebbe a maggiori consumi e a un ulteriore degrado delle risorse.Sarebbe invece il momento di domandarsi come tutto ciò può essere ottenuto e sostenibile, senza coniugare tecnologie efficienti miranti alla preservazione e rivalutazione di quel capitale naturale che è alla base della civilizzazione - a una stabilizzazione, della popolazione sul piano nazionale e mondiale.

http://www.assisinc.ch/articoli.html

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