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"Posizione della nostra specie in natura" di G. Dalla Casa Stampa E-mail

Dalla lista Rientrodolce:

Posizione della nostra specie in natura

Ho visto recentemente dibattere, in questa lista o in articoli richiamati, il tema della posizione della nostra specie in Natura.
La posizione antropocentrica, che dà valore a qualunque cosa solo in funzione umana, è la più diffusa nella nostra cultura.
Come noto, invece, una visione del mondo biocentrica assegna "valore in sé" a tutte le entità viventi, una visione ecocentrica a tutte le entità naturali, e alle loro relazioni: entrambe si inseriscono in quel movimento più generale chiamato dell'"ecologia profonda".
Mi sembra che in queste visioni del mondo non venga tolto alcun valore alla nostra specie. Gli umani, le loro culture, le relazioni fra di esse, sono indubbiamente entità naturali, e quindi degne di "valore in sé".
L'uomo sta alla natura come la parte al Tutto, come un tipo di cellule sta all'Organismo (psicofisico) di cui fa parte. Come si fa a dire che le posizioni biocentriche ed ecocentriche sono "nemiche dell'umanità"??!!
Dopotutto un gruppo di cellule ha maggior "valore in sé" se lo si vede come parte integrante di un Organismo di quanto ne abbia se considerato isolato.
Dare un valore "in sé" a tutte le entità naturali e alle relazioni che le legano vuol dire attribuire un profondo significato al mondo, accettarne e comprenderne la spiritualità immanente.
Gran parte delle posizioni attuali della cultura occidentale derivano dalle religioni che si sono originate nella regione medio-orientale ed hanno invaso il mondo, spesso con la violenza,
diffondendo ideologie mostruosamente antropocentriche. Le istituzioni che le rappresentano continuano quest'opera: a parte le amenità sul concetto di "anima", anche sul piano pratico si agitano non poco per quattro cellule surgelate (purchè umane) e non dicono una parola sulle spaventose sofferenze inflitte a tanti esseri senzienti. Il pensiero materialista non ha cambiato nulla mantenendo l'uomo "al centro" attraverso una specie di "merito selettivo", che gli ha conservato l'esclusiva mentale-spirituale. A tutte queste ideologie è mancata totalmente la percezione che la nostra specie è strettamente collegata "all'interno" a tutto il resto del mondo naturale.
Invece, staccata, è priva di significato.
In effetti queste religioni hanno cercato di perpetuare il'idea che l'uomo è metafisicamente diverso dagli altri viventi ed hanno sempre mostrato un totale disinteresse (nella migliore delle ipotesi) per il mondo naturale. Ma la differenziazione drastica o la contrapposizione uomo-animale sono oggi scientificamente insostenibili.
Non sono bastati gli studi di Konrad Lorenz, e di numerosi altri scienziati, per riconoscere una profonda vita soggettiva agli altri animali. Ci sono poi idee recenti, per ora di minoranza, che attribuiscono una mente immanente a tutti i sistemi complessi e quindi a tutte le entità naturali.
Considerare l'uomo al di fuori della Biosfera, oltre ad una mancanza di percezione dei profondi e indossolubili legami fra tutte le entità naturali, ha causato i grossi guai in cui ci troviamo, cioè il problema ecologico globale e la rottura della situazione stazionaria del Pianeta con la perdita delle sue capacità omeostatiche.
E, sul piano pratico, cosa si può fare ?  Diffondere idee, e sperare.
Saluti e auguri a tutti.  

Guido Dalla Casa

"La visione ideologica che ci fa credere unici e diversi, cioè inconfondibili e migliori di tutti gli altri esseri viventi sul pianeta, è solo un curioso delirio di grandezza." (Fabio Ceccarelli)

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