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"L'atto creativo" di Osho Rajneesh Stampa E-mail
L’ATTO CREATIVO

(…) E’ vero, finora l’atto creativo più grande della donna è stato dare alla luce un bambino, ma non sarà più così. In passato la terra non era così popolata; era un bisogno, una necessità, e la donna vi ha fatto fronte. Ma ora essa ha sviluppato nuove dimensioni di creatività, e solo così riuscirà a raggiungere un rapporto di parità con l’uomo. In passato è stata solo una fabbrica e l’uomo l’ha usata per creare figli su figli. Avere molti figli era un beneficio dal punto di vista economico, era un affare, perché erano utili sotto tutti i punti di vista: in passato non era affatto un peso.

Nei paesi poveri esiste ancora questa idea: in passato era vero, oggi non lo è più. I musulmani sposano quattro donne, solo per creare altri musulmani: erano sempre in guerra con i non musulmani ed era in gioco il potere, la politica dei numeri. Il più potente avrebbe vinto, e il potere va di pari passo con i numeri. E’ un fenomeno puramente aritmetico: se ogni uomo sposa nove donne, in un anno un uomo può avere nove figli. Il contrario non funziona: nove uomini con una donna faranno solo casino…e potrebbero arrivare ad uccidere quella donna!

Ma ora la situazione è completamente cambiata: il mondo è sovrappopolato. Ora è necessario orientare la creatività delle donne verso nuove dimensioni: la poesia, la letteratura, la pittura, la musica, l’architettura, la scultura, la danza. Ora le deve essere aperta l’intera gamma della sfera creativa. Oggigiorno dar vita a un nuovo bambino è pericoloso. Una sovrappopolazione ulteriore è un suicidio: siamo già più di quanti dovremmo essere!

Al Cairo, una città dove la penuria di alloggi è cronica e drammatica, un uomo stava annegando nel Nilo. Le sue urla di aiuto fecero accorrere un passante che da un ponte vicino chiese all’uomo: "Come si chiama?"

"Lasci perdere il nome…!" boccheggiò l’uomo. "Mi aiuti!"

"Mi dica il nome prima!"

Mi chiamo Hussein!" ansimò l’uomo lottando per stare a galla.

"Presto," pressò l’uomo sul ponte, "l’indirizzo!"

"Quarantanove Kars el Nil," disse l’uomo con l’ultimo fiato rimastogli.

Subito l’uomo si affrettò all’indirizzo ricevuto, lasciando il povero al suo destino. Rintracciato il proprietario, con entusiasmo mal contenuto gli disse: "Ho saputo che nella sua casa c’è un appartamento sfitto. Posso averlo?"

"E’ già andato," borbottò il proprietario, "mi spiace l’ha preso l’uomo che ha spinto nel fiume il precedente inquilino!"

Dare vita a un bambino oggi giorno non è creativo, è distruttivo. L’intero contesto è mutato e dobbiamo imparare modi nuovi per vivere in un contesto nuovo. In passato la donna non ha potuto creare poesie, musica, arte, letteratura; non ha potuto essere uno scienziato, una mistica: non ha potuto fare nulla di nulla, perché era continuamente gravida. Era emaciata, a causa di tanti figli, dozzine di bambini che la facevano ammalare. Ancora la donna non ha vissuto in piena totalità: non ha mai avuto il tempo sufficiente per vivere.

Per la prima volta, grazie agli anticoncezionali, ai metodi di controllo delle nascite e alla sterilizzazione, la donna può essere libera da inutili gravidanze. Le sue energie possono essere liberate. Ora anche una donna può diventare un Buddha, uno Zarathustra, un Gesù, un Krishna. Anche lei può essere creativa come Mozart, Wagner, Leonardo da Vinci,Michelangelo, Shakespeare, Kalidas, Rabindranath, Tolstoy, Chekov, Gorky, Dosstoevsky.

E ho la sensazione che le energie liberate dalle donne possono dar vita a Buddha molto più grandi. Come mai? Perché la donna è molto più creativa dell’uomo. Ma la sua creatività è rimasta circoscritta alla procreazione, ed è una creatività puramente biologica. Gli animali creano meravigliosamente in quel senso. Che grandezza è mai quella?

Procreare non è un atto cosciente, deliberato, meditativo. Vieni semplicemente usato dalla natura, dalla biologia, quale strumento per riprodurre la razza, la specie.

Ecco perché tutti hanno un sottile senso di colpa, persino senza la pressione dei preti. Il prete se ne è impossessato per manipolare, per plagiare, ma non ne è l’artefice. Nei confronti del sesso esiste in tutti un sottile senso di colpa: i preti l’hanno ingigantito per farlo diventare una fonte potentissima di plagio. Sono riusciti a dominare l’uomo con maggior vigore facendolo sentire in colpa. Ma nell’uomo doveva esistere un elemento che l’ha reso possibile: in forma sottile, inconscia, l’uomo lo sa. E’ una sensazione vaga, nascosta sotto strati di bruma, ma è presente: il sesso non è qualcosa di conscio, è inconscio, è qualcosa di meccanico, ti senti usato come un mezzo, non sei tu il padrone. Si tratta di una forza biologica: non sei tu a desiderare un uomo o una donna, è solo una questione di ormoni.

Ecco perché è possibile cambiare sesso facilmente: basta intervenire sugli ormoni.

E quando si scopre di essere stati usati e al tempo stesso di non riuscire a liberarsi da questa schiavitù, ci si sente in colpa per non riuscire a essere uomo a sufficienza, per non essere padroni di se stessi. Ed è per questo che il sesso viene nascosto.

Per migliaia di anni l’umanità ha fatto l’amore al buio, di notte a porte chiuse, per il semplice motivo che ci si sente ridicoli, imbarazzati nel fare l’amore alla luce del sole, sotto gli occhi della gente. Persino nell’oscurità la donna è più aggraziata: chiude immediatamente gli occhi e non li apre mai. Persino nell’oscurità teme di guardare in faccia l’uomo, perché sembra un animale. Assomiglia a un animale.

Il sesso è un atto animale. Ecco cosa intendo quando dico che il sesso usato solo per procreare è un peccato. La parola "peccato" non è usata in forma moralista. Voglio semplicemente dire che è incoscienza, non è meditazione. Non sei tu che agisci, vieni spinto da forze inconsce.

La parola "peccato" è bellissima; deriva da una radice che vuol dire "dimenticanza". Forse tu non ci vedi relazione alcuna, ma esiste: la dimenticanza è frutto di inconsapevolezza, è incoscienza.

In sé l’atto sessuale è così animale che per secoli lo abbiamo nascosto, represso…non vogliamo neppure menzionarlo: parliamo di "fare l’amore". Ma non è possibile "fare" l’amore: l’amore non è qualcosa che tu puoi "fare", o fabbricare. Puoi fare del sesso, è solo un’azione: l’amore è molto più profondo. Ma noi vogliamo evitare la parola "sesso": ci ricorda la nostra natura animale.

Quindi, quando dico che il sesso usato per procreare è peccato, intendo questo: in primo luogo la terra non ha bisogno di altre persone. A meno che non vogliamo trasformare questa terra in un inferno. In quel caso potete continuare a procreare, a dar ascolto al papa e a Madre Teresa e a quanti vi dicono di evitare gli anticoncezionali, il controllo delle nascite, la sterilizzazione perché sono atti che vanno contro la religione. Ma se evitate l’aborto, gli anticoncezionali, la sterilizzazione, sarete responsabili del suicidio finale, e quello sarà un vero atto di violenza. E ci stiamo avvicinando a questo ogni giorno di più!

Ma il papa, il Mahatma Gandhi, tutti i cosiddetti santi, affermano che il sesso è morale solo se viene usato per procreare. In realtà vi stanno dicendo che il sesso è una cosa buona solo se è animale, perché solo gli animali lo usano in quel senso. Ed è per quello che nessun animale fa l’amore tutto l’anno; solo l’uomo possiede quella dignità, quella libertà. Gli animali vivono una sorta di schiavitù: esistono stagioni dell’amore in cui la loro vita sessuale è limitata.

Finita quella stagione se ne dimenticano: secondo il papa polacco e il Mahatma Gandhi, quelle sono le persone veramente morali !

A mio avviso, vivere il sesso solo per ragioni procreative è un peccato perché è animale, è inconscio, è biologico. Devi vivere il sesso per la semplice gioia di condividere la tua energia con qualcuno per il quale senti intimità…è un modo per entrare in comunione, è un’unione da cuore a cuore. E’ uno sciogliersi, un fondersi l’uno nell’altra…non esistono altri scopi. Se esistono – se lo fai per procreare – diventa un affare.

Se è divertimento senza scopo alcuno, allora ha una sua bellezza, e non crea schiavitù alcuna. In questo caso ti liberi dalla biologia, ti elevi al di sopra della biologia, del regno animale, fino a raggiungere le vette dell’essere umano.

E ricorda: riproduzione non significa creazione. Quando la donna sarà libera dall’inutile peso della procreazione, avrà un potere creativo molto più elevato dell’uomo: se riesce a dar vita a un bambino, perché non dovrebbe creare musica splendida? Ma finora non è stato possibile, e l’uomo ha cercato di razionalizzare questo fatto…

Sigmund Freud dice che l’uomo crea musica, arte, poesia, solo per compensare il proprio complesso di inferiorità. Poiché non può produrre bambini, trova altre vie per essere creativo.

L’intuizione di Freud è grande ma parziale. Nessuno ha mai parlato dell’altra parte: anche Freud è un maschio sciovinista come tutti! L’altra metà entra in gioco allorché la donna viene liberata dal peso della procreazione…e ora è possibile. E per ciò che concerne i bambini si dovrebbero volere i bambini migliori, e non i "propri" figli! Così come vai dal sarto migliore, quando tua moglie vuole un bell'abito...e con gli animali già lo si fa! Stiamo importando tori inglesi per ingravidare le sacre vacche indiane! Con gli animali agiamo in maniera molto più scientifica: l’uomo dovrebbe essere parimenti scientifico per ciò che riguarda se stesso.

E io vi predìco che in futuro accadrà, perché io ho fiducia nell’intelligenza dell’umanità, non ho perso le speranze. Sono un ottimista nato!

Accadrà, deve accadere, è inevitabile. Un giorno un padre si potrà vantare: "per mio figlio ho scelto i cromosomi di Albert Einstein per la parte maschile e quelli di Marilyn Monroe per la parte femminile! E’ mio figlio, non un bambino qualunque!" E lo capisco: tuo figlio deve essere il migliore. (…)

(…) Oggigiorno la scienza ha reso possibile tutto ciò che serve a trasformare questa terra in un paradiso. Non occorre più aspirare ad un paradiso dopo la morte, può essere creato qui e ora. E per la prima volta è possibile: può accadere adesso, non si deve più aspettare oltre.

Osho

Tratto da "Philosophia Ultima"

26 dicembre 1980, Pune, India.

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